I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzata, Autore: Luigi Scipione, Pagine: 107 Anno: 2011, Editore: Giannini. Scheda di Diego Forestieri
Il volume I costi dell’illegalità e la lotta alla criminalità organizzatadi Luigi Scipione edito per i tipi della Giannini è la seconda tappa di un percorso di analisi intrapreso dal Centro Studi e Ricerche di UNIMPRESA volto a contrastare l’illegalità e a tracciare una metodologia d’indagine che rilevi quali siano i costi sociali ed economici delle attività legate alle “Mafie” e alle attività criminali non mafiose.
In particolare, il volume – riccamente corredato da tabelle e grafici che riportano dati e statistiche nazionali e internazionali – apre con la pregevole Introduzione dell’autore che anticipa da subito il focus delle tematiche contenute all’interno del volume: «Marginalità, diffusione del sommerso, criminalità e altre forme di irregolarità del tessuto imprenditoriale rappresentano il principale ostacolo alla crescita economico-sociale di un territorio» e ancora: «la pressione delle organizzazioni criminali frena lo sviluppo di vaste aree del Paese, comprime le prospettive di crescita dell’economia legale, alimentando un’economia parallela illegale e determinando assuefazione alla stessa legalità». Segue all’Introduzione dell’autore la Presentazione di Franco Longobardi, Presidente nazionale UNIMPRESA che fra le righe indica come sia necessaria una certa cultura della legalità condivisa da tutti poiché a suo dire: «[…] senza legalità non v’è un’impresa sana e la competitività viene inesorabilmente intaccata». Prima ancora di arrivare alla lettura dell’indagine di UNIMPRESA, il lettore si imbatte nella preziosa Prefazione di Franco Roberti, Procuratore nazionale Antimafia, che sottolinea come l’esistenza di una corruzione sistemica nel settore pubblico rappresenti: «[…] uno dei principali ostacoli dell’efficienza, agli investimenti esteri diretti e all’innovazione, e dunque ad un sano e corretto sviluppo […]» e denota le effettive concause del fenomeno della criminalità: «la moderna criminalità organizzata – mafiosa, non mafiosa e terroristico/eversiva – sfrutta le opportunità offerte: 1) dalle debolezze del sistema economico-finanziario internazionale; 2) dallo sviluppo tecnologico e dalla globalizzazione dei mercati, sia legali che illegali».Il percorso che guida il lettore fino ai sette capitoli di cui si compone il volume, si chiude con la postfazione di Gaspare Sturzo, Magistrato e Presidente del CISS Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo, che richiamandosi più volte all’opera e alle parole di Don Luigi Sturzo, sottolinea come l’illegalità abbia delle ripercussioni dirette e indirette sulla comunità sociale, sulla cultura, sull’economia e sulle istituzioni.
Questo lungo percorso introduttivo mette in rilievo quelle che sono le tematiche contenute all’interno dell’indagine, che approfondisce in maniera specifica il nesso bidirezionale fra un’economia malata e l’illegalità attraverso l’analisi di varie tematiche: la dimensione corporate delle Mafie e la vocazione transnazionale della criminalità organizzata, il sistema delle ecomafie con uno sguardo all’attualità territoriale del fenomeno della “Terra dei fuochi” quale ultima frontiera dell’emergenza, i “circoli viziosi della corruzione” e il declino competitivo delle imprese e della fiducia nelle istituzioni pubbliche e nella politica, l’usura come tipologia criminale, il riciclaggio e l’impiego dei proventi illeciti nell’impresa criminale.
Il volume, infine, si chiude con un excursus sulle politiche di contrasto alle mafie e delle note conclusive al capitolo VII che, nelle parole dell’autore, lasciano ben sperare al futuro dell’economia e della vita sociale se raccordate ad una cultura della legalità poiché: «La legalità negli affari non è solo un dovere morale, ma anche la condizione indispensabile di un’economia solida, competitiva, che regga e si consolidi nel tempo. Occorre però uno sforzo collettivo della società civile, delle istituzioni e soprattutto della politica, affinché la legalità si diffonda in modo che la sicurezza che ne deriverà crei un humus virtuoso grazie al quale sarà possibile almeno sperare in un riscatto».